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L’Ambiente di Condivisione Dati è lo strumento centrale per la gestione strutturata e condivisa dei dati inerente all’intero ciclo di vita di una costruzione, in linea con i requisiti normativi e operativi richiesti dal Building Information Modeling.
ACN: il lasciapassare per i servizi cloud nella PA
Un primo requisito indispensabile riguarda l’obbligo di qualificazione ACN per i servizi cloud destinati alla Pubblica Amministrazione, quale garanzia del rispetto di elevati standard di sicurezza e conformità per i sistemi digitali. Tale obbligo deriva dalle norme specifiche sulla sicurezza dei servizi cloud, ossia:
- Decreto-Legge n. 82/2021, articolo 33-septies (convertito in Legge 109/2021);
Stabilisce che le pubbliche amministrazioni possono acquisire servizi cloud solo da fornitori qualificati secondo le regole definite dall’ACN;
- Circolare ACN n. 3/2023
Recante le Regole per la qualificazione dei servizi cloud per le PA;
- Determinazione ACN n. 307/2022
Formalizza la transizione dalla gestione AgID ad ACN per la qualificazione e rende effettiva la nuova disciplina dal 1° agosto 2023.
Tutti i servizi cloud destinati alla Pubblica Amministrazione, quindi, devono essere presenti nel Marketplace dell’ACN, il catalogo ufficiale che elenca i fornitori e le soluzioni qualificate. Il controllo del Marketplace consente alle PA di verificare rapidamente la conformità di una piattaforma alle normative di sicurezza, affidabilità e protezione dei dati previste dall’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale. Solo i servizi inclusi in questo elenco possono essere legittimamente acquistati e utilizzati.
A ciò si uniscono tre pilastri fondamentali: Condivisione, intesa come la capacità di rendere i dati accessibili in modo controllato e trasparente; Collaborazione, ovvero l’interazione simultanea tra più attori coinvolti nel progetto; Interoperabilità, cioè la compatibilità tra formati e strumenti BIMBIM è l’acronimo di “Building Information Modeling”, traducibile in Modello di Informazioni di un Edificio. Il NIBS (National Institutes of Building Science) definisce il BIM come la “rappresentazione digitale di caratteristiche fisiche e funzionali di un oggetto”. Leggi differenti. Le funzionalità offerte, la semplicità d’uso e, soprattutto, le politiche di pricing con cui le piattaforme BIMBIM è l’acronimo di “Building Information Modeling”, traducibile in Modello di Informazioni di un Edificio. Il NIBS (National Institutes of Building Science) definisce il BIM come la “rappresentazione digitale di caratteristiche fisiche e funzionali di un oggetto”. Leggi soddisfano tali requisiti rappresentano fattori determinanti nella scelta della soluzione da adottare.
Condivisione
Il requisito della Condivisione costituisce un elemento essenziale per il corretto funzionamento delle piattaforme BIMBIM è l’acronimo di “Building Information Modeling”, traducibile in Modello di Informazioni di un Edificio. Il NIBS (National Institutes of Building Science) definisce il BIM come la “rappresentazione digitale di caratteristiche fisiche e funzionali di un oggetto”. Leggi, in quanto garantisce che le informazioni siano accessibili a tutti gli attori autorizzati, in modo controllato, coerente e trasparente. In conformità alle disposizioni delle norme UNI 11337-1 e UNI EN ISO 19650-1, l’Ambiente di Condivisione dei Dati (ACDat), o Common Data Environment (CDE), deve consentire la centralizzazione e l’accessibilità dei dati, supportando una gestione organizzata dei contenuti informativi.
Tra le funzionalità fondamentali che la piattaforma deve offrire per soddisfare questo requisito vi sono: la gestione profilata degli accessi, con la possibilità di assegnare permessi specifici in base a ruoli e competenze; l’attribuzione di metadati strutturati a ogni file, utile per facilitare la ricerca, l’archiviazione e la classificazione; e un sistema di storico documentale, che consente di consultare le modifiche effettuate nel tempo senza sovrapporsi ai processi di revisione già trattati nel contesto collaborativo. Al posto dei workflow approvativi già approfonditi, qui assume rilevanza la presenza di percorsi di validazione documentale automatizzata, che garantiscono coerenza tra le informazioni caricate e gli standard previsti dalla commessa.
Altre funzionalità chiave includono l’adozione di convenzioni di denominazione univoche, indispensabili per evitare ambiguità; l’uso di transmittal digitali per l’invio formalizzato dei documenti tra le parti; e la possibilità di generare link condivisibili con controlli di accesso temporanei o permanenti, anche verso stakeholder esterni. Infine, una dashboard centralizzata e navigabile consente una visione d’insieme dei contenuti disponibili, rafforzando il principio di trasparenza informativa e favorendo il reperimento rapido e sicuro delle informazioni.
Grazie a questi strumenti, l’ACDat si configura come un ambiente ordinato e protetto per la condivisione delle informazioni, riducendo il rischio di ridondanze, perdite o accessi non autorizzati, e assicurando la tracciabilità dei flussi informativi in ogni fase del progetto.
Collaborazione
Tra i requisiti fondamentali di una piattaforma BIMBIM è l’acronimo di “Building Information Modeling”, traducibile in Modello di Informazioni di un Edificio. Il NIBS (National Institutes of Building Science) definisce il BIM come la “rappresentazione digitale di caratteristiche fisiche e funzionali di un oggetto”. Leggi, la Collaborazione riveste un ruolo centrale, in quanto abilita l’interazione coordinata e simultanea tra i diversi attori coinvolti nei processi progettuali, esecutivi e gestionali. Questo principio è sancito nelle norme UNI 11337-1 e UNI EN ISO 19650-1, che identificano la collaborazione come una condizione essenziale per una corretta gestione informativa durante tutto il ciclo di vita dell’opera. Per garantire il rispetto di tale requisito, le piattaforme BIMBIM è l’acronimo di “Building Information Modeling”, traducibile in Modello di Informazioni di un Edificio. Il NIBS (National Institutes of Building Science) definisce il BIM come la “rappresentazione digitale di caratteristiche fisiche e funzionali di un oggetto”. Leggi devono offrire un insieme di funzionalità avanzate che abilitano un’effettiva operatività collaborativa all’interno dell’Ambiente di Condivisione dei Dati (CDE). Tra queste rientrano: la possibilità di commentare documenti e modelli in tempo reale; l’uso di workflow approvativi personalizzabili, che consentono di definire ruoli e responsabilità nei processi di revisione e validazione; la gestione delle revisioni e delle versioni dei documenti; la tracciabilità delle attività utente (audit log); la possibilità di impostare notifiche automatiche per ogni modifica o aggiornamento; la visualizzazione sincrona o asincrona dei modelli da parte di più utenti; e l’integrazione di strumenti per la gestione delle interferenze (clash detection) e delle issue. In conformità a quanto previsto dalla ISO 19650, tali funzionalità devono essere supportate da un’architettura informativa che consenta di distinguere i contenuti in base al loro stato (work in progress, condiviso, approvato, archiviato), promuovendo così un flusso ordinato e trasparente delle informazioni. Una collaborazione strutturata e ben gestita, oltre a migliorare l’efficienza operativa, riduce il rischio di errori e favorisce l’integrazione multidisciplinare tipica dell’approccio BIMBIM è l’acronimo di “Building Information Modeling”, traducibile in Modello di Informazioni di un Edificio. Il NIBS (National Institutes of Building Science) definisce il BIM come la “rappresentazione digitale di caratteristiche fisiche e funzionali di un oggetto”. Leggi.
Interoperabilità
La Interoperabilità rappresenta un requisito strategico per le piattaforme BIMBIM è l’acronimo di “Building Information Modeling”, traducibile in Modello di Informazioni di un Edificio. Il NIBS (National Institutes of Building Science) definisce il BIM come la “rappresentazione digitale di caratteristiche fisiche e funzionali di un oggetto”. Leggi, poiché consente l’integrazione fluida con altri strumenti digitali adottati nei processi di progettazione, costruzione e gestione. In conformità agli standard richiamati dalla UNI EN ISO 16739 (IFCCos'è il formato IFC? E’ lo standard di riferimento del BIM. Acronimo di Industry Foundation Classes) e dalle linee guida UNI 11337, una piattaforma realmente interoperabile non si limita a supportare i formati aperti per l’esportazione e l’importazione dei modelli, ma offre anche meccanismi strutturati per lo scambio automatico di dati. In questo contesto, l’adozione di API RESTful riveste un ruolo chiave: essa consente alla piattaforma di comunicare con sistemi terzi — come gestionali aziendali, software di contabilità lavori, ambienti GIS o strumenti di facility management — permettendo l’automazione dei flussi informativi e l’interconnessione all’interno di ecosistemi digitali più ampi.
L’interoperabilità si traduce quindi nella possibilità di ridurre le ridondanze informative, abbattere le barriere tra software eterogenei e garantire la continuità del dato lungo tutte le fasi del ciclo di vita dell’opera. Inoltre, permette di modellare processi personalizzati che rispondano alle esigenze specifiche di ogni organizzazione, senza vincoli legati a formati proprietari o ambienti chiusi. Questo approccio aperto non solo facilita l’interscambio tecnico, ma promuove anche l’adozione progressiva del BIMBIM è l’acronimo di “Building Information Modeling”, traducibile in Modello di Informazioni di un Edificio. Il NIBS (National Institutes of Building Science) definisce il BIM come la “rappresentazione digitale di caratteristiche fisiche e funzionali di un oggetto”. Leggi in contesti complessi e multidisciplinari, favorendo la scalabilità e l’innovazione nei progetti.
Una piattaforma certificata, completa e sempre accessibile
Blumatica BIMBIM è l’acronimo di “Building Information Modeling”, traducibile in Modello di Informazioni di un Edificio. Il NIBS (National Institutes of Building Science) definisce il BIM come la “rappresentazione digitale di caratteristiche fisiche e funzionali di un oggetto”. Leggi Platform si distingue nel panorama delle soluzioni digitali per la gestione informativa grazie a un approccio integrato che soddisfa pienamente i requisiti di condivisione, collaborazione e interoperabilità, secondo le normative UNI 11337 e ISO 19650. A queste caratteristiche si aggiunge un ulteriore elemento distintivo: la piattaforma è progettata come una Web App unica, accessibile da qualsiasi dispositivo, senza la necessità di installazioni complesse o ambienti dedicati. Il design responsive assicura un’interfaccia ottimizzata per desktop, tablet e smartphone, mentre la compatibilità cross-platform (Windows, iOS, Android) consente una fruizione uniforme in ogni contesto operativo. Inoltre, la sua implementazione come Progressive Web App (PWA) offre funzionalità avanzate, al momento riservate esclusivamente ai sopralluoghi del CSE, come l’installazione diretta dal browser, il supporto offline, garantendo così continuità operativa anche in condizioni di connettività limitata.
Queste caratteristiche rendono la gestione dell’Ambiente di Condivisione dei Dati non solo conforme agli standard tecnici, ma anche semplice, intuitiva e sempre accessibile, valorizzando la componente user-friendly come leva strategica per l’adozione diffusa del BIMBIM è l’acronimo di “Building Information Modeling”, traducibile in Modello di Informazioni di un Edificio. Il NIBS (National Institutes of Building Science) definisce il BIM come la “rappresentazione digitale di caratteristiche fisiche e funzionali di un oggetto”. Leggi. Lo slogan “Una sola app web. Potente. Intelligente. Ovunque” sintetizza efficacemente questa visione, in cui tecnologia e accessibilità si fondono per abilitare una gestione informativa continua, distribuita e senza barriere.
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