Il bias dell’impegno, conosciuto anche come escalation of commitment, è rappresentato dalla tendenza degli individui a rimanere ancorati ad abitudini passate, anche se, però, non hanno prodotto i risultati sperati.
La problematica nasce nel momento in cui ciò che si sta vivendo, o la prospettiva di eventi futuri, non è più in linea con le scelte che si erano prese in passato.
Il rifiuto di cambiare il proprio percorso, dal momento in cui si è notato come i risultati non siano soddisfacenti o siano negativi, rende gli individui più suscettibili ad errori. Per prendere decisioni, infatti, è necessario prescindere dagli elementi del passato e basarsi su oggettività fattuali del presente.
Questo modello di comportamento si basa sulla fallacia dei costi irrecuperabili. I costi irrecuperabili sono, appunto, già sostenuti, sia in termini economici, sia in termini di energie, tempo e risorse impiegate.
Lasciarsi guidare da investimenti ormai già contabilizzati può portare a gravi conseguenze, sia a livello personale che lavorativo.
Quando i risultati non soddisfano le aspettative, è naturale domandarsi se abbandonare un obiettivo o continuare a perseverare, seppur rischiando di sostenere ulteriori costi.
Spesso, però, le decisioni, anche a livello professionale, sono influenzate dal bias dell’impegno. Questo meccanismo di autogiustificazione spinge gli individui a continuare a perseguire un progetto iniziale, accettandone le possibili, e probabili, perdite aggiuntive.
Il bias dell’impegno nelle organizzazioni
Molte organizzazioni possono essere ancorate a determinate politiche e linee guida, considerate ormai identitarie. Trovare soluzioni alternative e stimoli a proporre un cambio di direzione può essere difficile. Per questo è facile che ci si imbatta nel bias dell’impegno.
Così, alcune decisioni, pur essendo comunemente ritenute controproducenti, non vengono modificate. La resistenza al cambiamento è, infatti, un atteggiamento tipico delle organizzazioni, soprattutto quelle storiche ed ormai consolidate.
Gli effetti negativi influiscono, di conseguenza, sulla sicurezza e sull’efficienza dei lavoratori.
Perseverare ad ogni costo, può portare a sottostimare i rischi, compiere scelte sbagliate e pericolose. É, per questo, una minaccia di alto livello.
Un lavoratore, per quanto competente, quando soggetto a questo bias, potrebbe voler portare a termine un compito assegnatogli, ad ogni costo. Non riconoscendo eventuali problemi o difficoltà in cui potrebbe incorrere in uno step successivo, egli metterà a rischio se stesso e i colleghi.
Come gestire il bias dell’impegno
Di fondamentale importanza è promuovere la consapevolezza dei rischi nel processo decisionale umano. A livello del singolo lavoratore, o delle organizzazioni, deve essere promossa la formazione al pensiero critico e alla valutazione delle scelte più efficienti. Cambiare strada e rivalutare decisione prese in passato è possibile ed è, in alcuni casi, necessario.