La Commissione Europea ha autorizzato il provvedimento italiano per finanziare, con incentivi e contributo a fondo perduto, le comunità locali per sfruttare l’energia rinnovabile.
Incentivi da 5,7 miliardi di euro spingeranno la costituzione delle Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) e la diffusione dell’autoconsumo di energia da fonti rinnovabili. Di questo importo complessivo, 2,2 miliardi provengono dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) per contributi a fondo perduto e 3,5 miliardi per incentivi in tariffa.
L’autorizzazione dalla Commissione europea include due misure:
- una tariffa incentivante sull’energia rinnovabile prodotta e condivisa, rivolta a tutto il territorio nazionale – dal piccolo comune alla città metropolitana. Prevede un risparmio sui costi dell’energia per chi costituisce una Comunità ed è finanziata con un prelievo sulle bollette dell’energia elettrica di tutti i consumatori. La potenza massima agevolabile è pari a 5 Gigawatt entro il 31 dicembre 2027.
- un contributo a fondo perduto, rivolto ai territori dei Comuni sotto i 5.000 abitanti. Copre fino al 40% dell’investimento per chi crea una CER ed è cumulabile con l’incentivo in tariffa.
Gli incentivi per le Comunità Energetiche Rinnovabili riguardano tutte le tecnologie rinnovabili, quali fotovoltaico, eolico, idroelettrico e biomasse. Infatti, avendo questo provvedimento oggetto sociale lo sviluppo di benefici ambientali, economici e sociali, si pone, con il suo contributo, in linea con gli obiettivi di decarbonizzazione e produzione di energia elettrica rinnovabile del Green Deal europeo.
I destinatari del provvedimento, ovvero coloro che costituiscono una CER, possono essere gruppi di cittadini, condomini, piccole e medie imprese, ma anche enti locali, cooperative, associazioni ed enti religiosi.
Cosa sono le Comunità Energetiche Rinnovabili e come si costituiscono?
Le Comunità Energetiche sono associazioni di cittadini, enti e imprese, che decidono di aggregarsi allo scopo di costruire, insieme, impianti di produzione e autoconsumo di energia rinnovabile.
Con l’entrata in vigore del DL 162/19 (art. 42 bis), le associazioni – aperte e volontarie – di consumatori possono condividere l’energia elettrica necessaria al proprio fabbisogno, che si impegnano a produrre localmente e da fonti rinnovabili. Tale energia elettrica condivisa può beneficiare di un contributo economico stabilito dal gestore dei servizi energetici (GSE), il cui accesso è vincolato al regolamento pubblicato dal GSE.
Per costituire una CER occorre individuare l’area interessata alla costruzione dell’impianto di produzione e della cabina primaria. Seguendo le prescrizioni della normativa, è necessario rispettare i requisiti di dimensione, collocazione e destinazione dell’impianto, che deve essere in prossimità del luogo dove avviene il consumo. Quindi, viene istituita l’associazione di soggetti giuridici impegnati, tra l’altro, al raggiungimento degli interessi ambientali.
“Le Comunità Energetiche Rinnovabili potranno diventare una realtà diffusa nel Paese – sostiene il Ministro Gilberto Pichetto -, sviluppando le fonti rinnovabili e rendendo finalmente il territorio protagonista del futuro energetico nazionale. Grazie alle CER, infatti, ciascun cittadino potrà contribuire alla produzione di energia rinnovabile, e averne i benefici economici derivanti dall’autoconsumo, pur non disponendo direttamente degli spazi necessari alla realizzazione degli impianti FER”.