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La contaminazione alimentare rappresenta un pericolo per la salute dei consumatori e la sicurezza alimentare. Questo perché quando gli alimenti destinati al consumo vengono in contatto con sostanze nocive, agenti chimici o corpi, anche di piccolissime dimensioni, estranei aumentano il rischio di incorrere in intossicazioni, tossinfezioni e infezioni, come quelle batteriche da botulino e listeria.
Nel campo dell’igiene alimentare, anche se andrebbe rapportato più in generale, occorre, quindi, prestare molta attenzione al binomio alimentazione – stato di salute. Controllare i processi produttivi in tutte le fasi, e le eventuali contaminazioni, è, infatti, importante per prevenire le malattie trasmesse dagli alimenti (MTA).
Vediamo nello specifico quali sono le tipologie di contaminazioni e quali misure di prevenzione devono essere messe in atto dagli operatori.
Tipi di contaminazione alimentare
È possibile distinguere le contaminazioni in base all’agente contaminante o alla fase di produzione in cui essa avviene. In ogni caso, comunque, i fattori di contaminazione sono interconnessi tra loro, come si evince dall’immagine:
Quando la contaminazione avviene durante la catena produttiva, si ha:
- contaminazione primaria: a livello delle materie prime, quando gli alimenti arrivano già contaminati dalle condizioni presenti in fase di sviluppo, come in allevamento e agricoltura;
- contaminazione secondaria: durante la trasformazione, e quindi nelle fasi di lavorazione, preparazione e conservazione;
- contaminazione terziaria: durante la fase di distribuzione e trasporto;
- contaminazione quaternaria: durante la somministrazione e consumazione, ovvero nelle cucine quando una pietanza è in preparazione;
- contaminazione crociata: quando avviene tra alimenti di origine merceologica diversa, per contatto diretto (per vicinanza o gocciolamento di liquidi da un alimento contaminato ad un altro non contaminato) o indiretto (mediante l’utilizzo di superfici di lavoro, attrezzi da cucina o manipolazione degli operatori).
Un’ulteriore distinzione deriva dalla fonte di contaminazione. In questo caso distinguiamo:
- contaminazione chimica: da contaminanti di tipo chimico come detergenti, fitosanitari o qualsiasi sostanza chimica estranea all’alimento. Deriva, ad esempio dall’utilizzo di antiparassitari e fitofarmaci in agricoltura, o dai detergenti non risciacquati correttamente durante le operazioni di pulizia;
- contaminazione fisica: da contaminanti di tipo fisico come schegge di legno, metallo, vetro, capelli, insetti e altre particelle estranee all’alimento. Gli operatori del settore alimentare, infatti, non devono portare accessori, ma indossare cuffie per i capelli;
- contaminazione biologica: da micro e macro organismi come batteri, virus, lieviti, muffe, parassiti. Tali organismi, presenti nel suolo, aria o acqua, trovano negli alimenti l’ambiente ideale per proliferare.
I titolari delle aziende operanti nel settore alimentare devono garantire la sicurezza degli alimenti e prevenire il rischio di contaminazione. Per questo, a livello normativo (Regolamento 852/2004 dell’Unione Europea), è stato introdotto il sistema HACCPHazard Analysis and Critical Control Points (Hazard Analysis and Critical Control Points) – Analisi dei Pericoli e Controllo dei Punti Critici. Nel dettaglio, sono riportati tutti gli obblighi di vigilanza sulla sicurezza dei prodotti lavorati, in attuazione degli standard igienico-sanitari per i prodotti destinati al consumo umano.