L’ATEX è una direttiva europea che classifica i luoghi di lavoro e le attrezzature da poter utilizzare in un ambiente con un’atmosfera potenzialmente esplosiva.
Evoluzione normativa per l’ATEX Gas
La nuova direttiva CEI EN IEC 60079-10-1 (Classificazione CEI: 31-87) pubblicata ad ottobre 2023 è la versione italiana della CEI EN IEC 60079-10-1 già in vigore da ottobre 2021 e sostituisce definitivamente la precedente Norma CEI EN 60079-10-1:2016-11.
Questa edizione della Norma CEI EN 60079-10-1 tratta la classificazione dei luoghi ove possono manifestarsi pericoli associati alla presenza di gas o vapori infiammabili.
I luoghi esclusi da tale applicazione sono:
- miniere con possibile presenza di grisou;
- luoghi di trattamento e produzione di esplosivi;
- guasti catastrofici o rari malfunzionamenti non compresi nel concetto di normalità trattato in questa Norma;
- locali adibiti ad uso medico;
- ambienti domestici.
- luoghi dove il pericolo può manifestarsi per la presenza di polveri o fibre combustibili.
Cosa intende la Norma per “grado di diluizione”?
Con la nuova norma cambia il concetto di “Efficacia della ventilazione”: non vengono più considerati i fattori di efficacia della ventilazione e non è più presente il “grado di ventilazione” ma è stato introdotto il “grado di diluizione”.
Il grado di diluizione è una misura della capacità della ventilazione di diluire un’emissione di gas/vapori ad un livello sicuro e viene suddiviso in 3 classi come indicato di seguito:
Grado di diluizione | Definizione |
ALTO | La concentrazione in prossimità della sorgente di emissione si riduce rapidamente e, dopo l’arresto dell’emissione, praticamente non ci sarà persistenza. |
MEDIO | Mentre l’emissione è in corso, la concentrazione è controllata determinando una zona i cui limiti sono stabili e, dopo l’arresto dell’emissione, l’atmosfera esplosiva per la presenza di gas non persiste in modo ingiustificato. |
BASSO | Mentre l’emissione è in corso la concentrazione è significativa, e/o dopo l’arresto dell’emissione, c’è una persistenza significativa dell’atmosfera infiammabile. |
Il parametro della diluizione è possibile ricavarlo tramite il grafico in scala logaritmica (Figura C.1 – CEI 31-87):
I criteri per determinare la diluizione sono basati su due parametri:
- portata di emissione relativa (rapporto tra la portata di emissione Wg e il LFL in unità di massa);
- velocità della ventilazione (velocità dell’aria indotta dalla ventilazione o, all’aperto, la velocità del vento).
Cosa intende la Norma per “Grado di Emissione” di una sorgente?
Per “Grado di Emissione” si intende l’identificazione della probabilità che una sorgente possa effettivamente emettere gas/vapore in atmosfera; i gradi di emissione, in ordine decrescente di probabilità di emissione, possono essere: continuo, primo e secondo. Tali gradi sono definiti come segue:
Emissione | Definizione |
di grado CONTINUO | Emissione continua oppure che è prevista avvenire frequentemente o per lunghi periodi. |
di PRIMO grado | Emissione che può essere prevista avvenire periodicamente oppure occasionalmente durante il funzionamento normale. |
di SECONDO grado | Emissione che non è prevista avvenire nel funzionamento normale e, se essa avviene, è probabile accada solo poco frequentemente e per brevi periodi. |
Come vengono classificate le zone Atex per gas/vapori?
Secondo la nuova direttiva, all’interno delle atmosfere esplosive ci sono diverse zone che devono essere classificate in base al rischio potenziale che ciascuna presenta, e in ogni area sarà possibile utilizzare solamente apparecchi con la relativa certificazione.
Le zone vengono classificate secondo tre categorie in base alla frequenza e alla durata delle atmosfere esplosive ed ognuna corrispondente ad un livello di rischio:
Zona | Definizione |
Zona 0 | Luogo in cui un’atmosfera esplosiva per la presenza di gas è presente continuativamente o per lunghi periodi o frequentemente. |
Zona 1 | Luogo in cui un’atmosfera esplosiva per la presenza di gas è probabile sia presente periodicamente oppure occasionalmente, durante il funzionamento normale. |
Zona 2 | Luogo in cui un’atmosfera esplosiva per la presenza di gas non è probabile sia presente durante il funzionamento normale ma, se ciò avviene, è possibile che essa esista solo per un breve periodo. |
La nuova Direttiva riporta un sistema di determinazione delle zone pericolose in funzione delle caratteristiche del sistema di ventilazione (grado di diluizione e disponibilità) e del grado di emissione delle SE, rappresentato con la seguente tabella D.1 (CEI 31-87):
Con la direttiva ATEX, tutti gli apparecchi elettrici da utilizzare sono classificati in base alle zone valutate e certificati per l’utilizzo in sicurezza all’interno delle specifiche zone individuate.
Come è calcolata la distanza pericolosa?
Con la nuova norma cambia il calcolo della distanza pericolosa, non essendo più presente nessuna formula specifica per il calcolo di “dz”, ma viene utilizzato direttamente un diagramma per la stima di tale distanza pericolosa (asse y).
L’estensione della zona pericolosa nella quale il gas infiammabile potrebbe manifestarsi, dipende da:
- portata di emissione;
- tipo di emissione (gas pesanti, dispersiva o getto);
- proprietà del gas;
- geometria dell’emissione.
La Fig. D.1 della CEI 31-87 è utilizzata per determinare l’estensione delle zone pericolose:
Si evidenzia come, con la nuova Norma, sia cambiata notevolmente tale calcolo, essendo impostato un valore di partenza della distanza pericolosa di almeno 1m, senza poter calcolare un valore inferiore, come invece avveniva con la precedente Norma. Tale assunzione, per quanto si reputi a vantaggio di sicurezza, trova maggiori complessità nelle casistiche reali di applicazione.
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L’iter proposto dalla nuova Direttiva porta ad una valutazione del rischio di esplosione in modo da poter definire le misure più adeguate da adottare, garantendo un elevato livello di sicurezza e protezione per i lavoratori.
Il software Blumatica Rischi Specifici (ATEX Gas) consente la valutazione del rischio ai sensi del D.lgs. 81/08 ed in linea con la nuova Direttiva CEI EN IEC 60079-10-1, determinando l’entità finale del rischio tramite la matrice di valutazione combinando i fattori i probabilità e danno individuati.
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