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L’effetto Backfire indica che siamo molto legati alle nostre convinzioni, anche quando ci viene dimostrato che sono errate. Il cambiamento è, infatti, difficile. Per questo, avere atteggiamenti di chiusura può diventare pericoloso negli ambienti di lavoro.
Mettere in dubbio le proprie conoscenze innesca meccanismi che portano gli individui ad una sorta di paralisi. Sembrerebbe, infatti, che nuove informazioni, in contrasto con le precedenti credenze che si hanno, facciano alzare le difese. Come se avere ragione durante un discorso fosse più importante della comprensione e dell’arricchimento personale.
Questo fenomeno è chiamato dagli studiosi Effetto Backfire, effetto del ritorno di fiamma. Quando le persone si scontrano contro un’evidenza di qualcosa che li porta a mettere in dubbio le proprie credenze/convinzioni, esse rifiutano questa evidenza, rafforzando, al contrario, le attestazioni alle proprie posizioni precedenti.
Questo bias cognitivo mostra come, far notare alle persone evidenze che provano che queste sono in torto è inefficace. E può portare, quindi, questi a “ritorcersi contro”, portandoli a supportare le proprie convinzioni in maniera più forte.
Perché le persone sono soggette all’Effetto Backfire?
Sostanzialmente, quando le persone sono poste di fronte ad informazioni che indicano che le loro convinzioni sono errate, si sentono come minacciate. La possibilità di una minaccia stimola, quindi, una una serie di emozioni negative.
Accade soprattutto quando l’argomento in questione le riguarda personalmente. Sembrerebbe, infatti, che vengano messe in discussione identità, ideologie o credi.
La reazione istintiva è il rifiuto. Le informazioni ricevute appaiono come negative, perché percepite come un attacco alle proprie credenze. Appare qui molto forte la connessione dell’effetto backfire con il bias di conferma.
Effetto Backfire e Sicurezza sul Lavoro
Saper gestire l’effetto backfire richiede molto impegno e capacità autocritica. Esercitarsi al dialogo e ad essere più aperti e predisposti a critiche e correzioni può contribuire a mitigare gli effetti del bias.
Nei luoghi di lavoro, è fondamentale riconoscere quali sono le eventuali trappole psicologiche che possono portare lavoratori o figure addette alla supervisione, come RSPP o preposti, ad incorrere in questa dinamica.
I datori di lavoro, infatti, devono essere in prima persona coloro che incoraggiano i dipendenti a sollevare domande e dubbi. E mettersi, quindi, in discussione qualora i quesiti portino alla luce carenze nella gestione aziendale.
È anche importante che si promuovano incontri di formazione sulla sicurezza, per sviluppare consapevolezza e percezione dei propri limiti.