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Torna puntuale l’appuntamento targato Blumatica focalizzato sull’eredità e la successione legittima!
Nella puntata precedente, ci siamo focalizzati sulla figura di genitori e ascendenti come beneficiari del patrimonio. Ora invece ci concentriamo sui fratelli e le sorelle, ovvero i parenti privilegiati del ramo collaterale. Sono gli eredi più importanti di questa linea di parentela ed entrano in gioco solo se il dante causa non ha lasciato discendenti diretti (figli, nipoti, pronipoti o abnipoti discendenti).
Chi sono i parenti collaterali?
I parenti in linea collaterale sono quelli disposti su di una linea “parallela” che origina dallo stesso stipite. Tra questi troviamo i fratelli e le sorelle, gli zii, i cugini, i nipoti collaterali (figli dei fratelli) ecc. I fratelli e le sorelle, dopo i discendenti e gli ascendenti, sono gli eredi preferiti.
Nella successione legittima, in assenza di discendenti, concorrono con:
- L’eventuale coniuge superstite del dante causa;
- gli ascendenti del de cuius;
- escludono tutti gli altri collaterali eventualmente presenti;
- come per i figli o discendenti del dante causa, hanno la capacità di essere “rappresentati” da propri discendenti.
Fermiamoci un momento su un aspetto particolare di questa tematica, ovvero la rappresentazione nel ramo collaterale. I fratelli o le sorelle, oltre ai figli del de cuius, sono la sola categoria di chiamati a godere del diritto di rappresentazione (la capacità, cioè, di essere rappresentati da propri discendenti in caso di premorienza o di rinuncia all’eredità). Per essi, in tal caso, valgono le stesse regole riservate ai discendenti del dante causa, così come visto nell’articolo dedicato.
Le quote di eredità di fratelli e sorelle
A colui che muore senza lasciare figli, succedono i fratelli o le sorelle del defunto da soli, se gli unici presenti, o in concorso con il coniuge e gli ascendenti del dante causa.
Se i fratelli e le sorelle sono:
- in concorso con il coniuge e in mancanza di ascendenti, al coniuge andranno i due terzi dell’eredità, mentre ai fratelli/sorelle, o uno solo di essi, l’altro terzo (da dividere in parti uguali tra loro);
- in concorso con genitori o ascendenti senza la presenza del coniuge, vengono ammessi tutti alla successione per capi, fatta salva, in ogni caso, la metà del patrimonio agli ascendenti;
- in concorso con coniuge superstite ed ascendenti, al coniuge andranno i due terzi dell’eredità e l’altro terzo si divide, per capi, tra gli ascendenti e fratelli/sorelle, salvo in ogni caso il diritto agli ascendenti a un quarto dell’eredità;
- se invece sono gli unici beneficiari, secondo la successione legittima, del patrimonio, visto che il de cuius muore senza lasciare figli, coniuge superstite e genitori o altri ascendenti, l’intero patrimonio è diviso in parti uguali tra loro.
La ripartizione dell’eredità per capi e per stirpi
Nel precedente paragrafo, abbiamo incontrato il concetto di divisione dell’eredità per capi. Cosa significa? Con simile espressione si identifica quella modalità di ripartizione del patrimonio tra eredi di pari diritti, che sostanzialmente attribuisce le rispettive quote in base al numero stesso degli intervenuti. Quindi si divide l’eredità in base alle persone presenti che hanno diritto a ricevere una stessa quota: un solo erede riceverà l’intera eredità, due eredi riceveranno un mezzo ciascuno, tre eredi un terzo a testa, quattro eredi un quarto ciascuno e così via
Altro concetto ben importante da analizzare è la successione per stirpi. Esiste infatti un secondo modo per distribuire un patrimonio agli aventi diritto. La devoluzione dell’eredità avviene per stirpi quando ci si trova in presenza di eredi che hanno la capacità di essere rappresentati, perché premorti o rinunciatari, da propri discendenti diretti. È il caso, ad esempio, di un figlio o di un fratello che sono morti prima dell’attuale dante causa che lascia la propria eredità in un periodo successivo. In questi casi, quando il patrimonio non viene distribuito per capi, tra elementi di pari grado quindi, ma si tramanda in una linea discendente, allora si attua la devoluzione per stirpe. La stirpe è rappresentata dai parenti diretti che originano da uno stipite comune anche detto capostipite.
I gradi di parentela in linea collaterale
Precedentemente in questa collana di articoli si è introdotto il concetto di “grado” che, nell’ambito degli stessi rami di parentela, stabilisce delle priorità nella spartizione del patrimonio fra parenti. Allora, di che grado sono tra loro fratelli e sorelle? Passiamo a scoprire un’altra particolarità di questo avvincente mondo dell’eredità:
I due figli raffigurati sopra, tra loro fratelli, di che grado sono?
Il computo dei gradi sul ramo collaterale è un po’ più complicato rispetto alla linea retta perché bisogna contare le generazioni, risalendole, che passano tra l’elemento di partenza fino a raggiungere l’ancestore comune, e poi ridiscendere fino all’elemento di destinazione. Più facile a farsi che a dirsi! Analizziamo quindi insieme il caso di studio.
Eredità, successione e gradi di parentela: caso di studio
Procediamo con ordine. Se dobbiamo contare un grado per ogni generazione, allora la distanza tra padre e figlio è di un grado. Mario e Marco o Mario e Felice sono tra loro parenti di primo grado (di padre in figlio). E per l’esattezza, Marco e Felice sono i discendenti di Mario. Quest’ultimo, quindi, è il capostipite della propria stirpe (famiglia), mentre Marco e Felice sono i capostipiti delle loro rispettive stirpi che riusciranno a generare. Ma è del tutto evidente che non c’è un collegamento diretto tra Marco e Felice. Infatti, essi sono tra loro parenti collaterali; cioè disposti su due distinte linee parallele. Ricordate?
Allora è facile dedurre che per conoscere il grado di parentela che c’è tra Marco e Felice, bisogna prima passare per l’anello di congiunzione comune che è appunto Mario. Ed è proprio così che si contano i gradi in linea collaterale: si parte da un elemento, Marco ad esempio, e si conta un grado quando si raggiunge il capostipite comune, nella fattispecie Mario, poi si ridiscende fino all’elemento di destinazione che nel nostro caso è rappresentato da Felice e su cui si termina il computo in due soli passaggi. Proprio il due è il numero che esprime il valore del grado di parentela tra Marco e Felice.
Il grado di parentela tra cugini
Interessante no? I fratelli, o le sorelle, sono parenti di secondo grado e non di primo, come si è spesso propensi a pensare.
Per ribadire il concetto con un esempio grafico, ecco una immagine abbastanza eloquente che illustra il computo del grado di parentela tra cugini figli di due fratelli:
Ebbene sì! I cugini sono tra loro parenti di quarto grado. Non come si sente dire spesso nel gergo comune: Ciao, ti presento Stefano, mio cugino di primo grado.
Leggi anche gli altri approfondimenti:
Eredità pt. 1: la successione legittima del coniuge
Eredità pt. 2: discendenti e gradi di parentela nella successione legittima
Eredità pt. 3: il diritto di rappresentazione
Eredità pt. 4: la successione legittima di genitori e ascendenti
Eredità pt. 6: la successione di zii, cugini, nipoti
Un commento
raffaele scalese
18 Marzo 2023 at 07:24
Buon giorno,
lavoro eccellente ed utile in particolare per chi, come me, non è un addetto ai lavori.
Grazie
claudia
2 Ottobre 2023 at 19:33
Buonasera, vorrei chiedere un’informazione su un caso.
Il de cuius muore senza avere figli, marito e genitori. Ha però 5 fratelli, di cui uno premorto (che ha moglie ed un unico figlio). Ad ogni fratello dovrebbe dunque spettare la quota di 1/5. La quota spettante al fratello premorto, va esclusivamente al suo unico figlio?o prende parte nella quota anche la moglie?
ringrazio anticipatamente
Ufficio Blumatica
3 Ottobre 2023 at 10:51
Salve,
lo scenario da Lei proposto rappresenta il tipico caso di una persona che decede senza essere mai stato sposato in vita e quindi non ha avuto modo di generare la propria discendenza. Di solito anche i genitori, a causa dell’età in genere avanzata, non sono presenti all’apertura della successione del proprio figlio. In questi casi, capita spesso, si trovano fratelli o sorelle superstiti nel ramo collaterale. La peculiarità di questa “categoria” di eredi, ben spiegata nell’articolo a cui Lei fa riferimento con la richiesta, è l’unica, insieme ai discendenti diretti, in grado di godere del diritto di rappresentazione:
La rappresentazione è quel particolare tipo di diritto che fa subentrare i discendenti nei diritti riconosciuti dalla legge al loro ascendente, il quale non è potuto -perché premorto- o non ha voluto -perché rinunciatario-partecipare alla successione.
I soggetti che possono “rappresentare”, quindi, sono solo i figli o discendenti di figli o fratelli e sorelle del de cuius. La moglie del figlio del fratello premorto, per arrivare al Suo caso, non ha diritto ad alcuna quota o parte dell’eredità in quanto soggetto completamente escluso dalla successione per rappresentazione.
Quindi al figlio del fratello premorto, spetterà la stessa quota che era, in origine, destinata al fratello del de cuius.
Cordiali saluti.
erdi zencirli bellafante
6 Dicembre 2023 at 20:15
Una domanda: Se il padre ha dato procura alla madre e alla sorella negli ultimi 3 anni prima di morire perché di sua malattia, e la madre e la sorella hanno trasferito tutti i soldi del conto bancario intestato a tutte 3 ai loro conti prima il padre è morto e hanno lasciato il fratello totalmente fuori dall’eredità, cosa dovrebbe fare il fratello?
Ufficio Blumatica
11 Dicembre 2023 at 09:27
Salve,
potrebbe specificare meglio la situazione di riferimento così da riuscirle a fornire un migliore riscontro?
Grazie
claudia
22 Gennaio 2024 at 11:57
In successione entra un fabbricato in A/10, di cui il DE CUIUS A possiede il diritto di nuda proprietà per 1/5.
Al de cuius A succedono i fratelli B,C,D, ed un nipote “E” figlio di un fratello premorto.
Dalla visura gli attuali intestatari dell’immobile sono:
A (DE CUIUS) con diritto di nuda proprietà per 1/5;
B (fratello del de cuius) con diritto di nuda proprietà per 1/5;
C (fratello del de cuius) con diritto di nuda proprietà per 1/5;
D (fratello del de cuius) con diritto di nuda proprietà per 1/5;
D (fratello del de cuius) con diritto di usufrutto per 1/1;
E (nipote del de cuius, figlio di fratello premorto) con diritto di nuda proprietà per 1/10;
F (moglie del fratello premorto) con diritto di nuda proprietà per 1/10.
L’erede D, nato il 20/04/1967 compare per lo stesso immobile con due diritti: nuda proprietà per 1/5 e 1/1 di usufrutto.
Come viene ripartita tra (B,C,D,E) la quota del de cuius pari ad 1/5 di nuda proprietà?
Riceveranno 1/4 ognuno sempre con titolo di nuda proprietà? Quindi semplicemente un accrescimento della nuda proprietà già posseduta? o vi saranno modifiche anche nel titolo delle quote?
Inoltre, è normale che dalla visura risulti che D abbia 1/1 di usufrutto e 1/5 di nuda proprietà?
La ringrazio
Ufficio Blumatica
22 Gennaio 2024 at 13:11
Salve,
l’attuale partita degli intestatari del bene è più che corretta in quanto, se si sommano le quote dei diversi diritti si ottiene l’intero (1/1), sia del diritto di nuda proprietà che quello dell’usufrutto:
nuda proprietà = 1/5 + 1/5 + 1/5 + 1/5 + 1/10 + 1/10 = 1/5 + 1/5 + 1/5 + 1/5 + 1/10 + 1/10 = (2+2+2+2+1+1)/10 = 10/10 = 1/1
Usufrutto = 1/1
La quota di nuda proprietà, pari a un quinto, del fratello deceduto (de cuius) va ripartita a tutti gli aventi diritto; quindi, se si è in presenza di una successione legittima, gli attuali possessori del diritto di nuda proprietà accresceranno la loro quota che non modifica assolutamente la tipologia di diritto. Ciò significa che riceveranno ciascuno un quarto del quinto caduto in eredità, cioè 1/5 * 1/4. Ognuno dei tre fratelli superstiti sommerà un ventesimo al proprio quinto del diritto di nuda proprietà ottenendo, così, una quota pari a 5/20; mentre il nipote sommerà il ventesimo ricevuto al suo decimo di cui era già in possesso, ottenendo una quota complessiva di 3/20 (1/10 + 1/20). Sommando queste quote frazionate a quella già posseduta dalla moglie del fratello premorto (1/10), che non entra in una eventuale successione legittima, si otterrà la partita completa dei diritti corrispondenti all’unità intera 1/1 (5/20 + 5/20 + 5/20 + 3/20 + 2/20).
Cordiali saluti.
claudia
22 Gennaio 2024 at 19:50
La ringrazio per la spiegazione eccellente.
Si, è una successione legittima, quindi la moglie del fratello premorto non entra in successione.
Le chiedo altre due informazioni.
In questo caso il nipote “E” è tenuto a pagare l’imposta di successione nella misura del 6%? in caso affermativo come deve essere pagata? viene sottratta direttamente dal conto del dichiarante in fase di presentazione della successione?
Va inoltre calcolata la Presunzione art. 9, comma 2 del T.U.S.? in caso affermativo come deve essere pagata? viene sottratta direttamente dal conto del dichiarante in fase di presentazione della successione?
La ringrazio.
Ufficio Blumatica
25 Gennaio 2024 at 12:23
Salve,
sì, il nipote è tenuto a pagare anche l’imposta di successione, oltre alle imposte ipotecaria e catastale, ma non con addebito diretto su conto corrente (come per queste ultime due appena citate che vanno in autoliquidazione) in quanto l’imposta di successione viene determinata e notificata dall’ufficio entro i tre anni successivi alla presentazione della dichiarazione. La presunzione di appartenenza del dieci percento viene calcolata automaticamente dall’ufficio sempre con le stesse modalità di determinazione e notifica al contribuente.
Cordiali saluti.
ciro esposito
12 Giugno 2024 at 17:17
Due sorelle senza altri parenti di nessun genere. La sorella piu’ anziana fa testamento in cui decide di lasciare i suoi beni ad un ente ecclesiastico. Quanto spetta del patrimonio alla sorella sorella in vita? grazie per il gradito riscontro.
Ufficio Blumatica
13 Giugno 2024 at 09:30
Salve,
non essendoci parenti cosiddetti legittimari, cioè soggetti che hanno caratteristiche di erede legittimo e necessario, la sorella esclusa dal testamento dell’altra sorella deceduta non può accampare alcuna pretesa sull’eredità. Quindi per rispondere chiaramente al quesito proposto: alla sorella in vita non spetta nulla.
Cordiali saluti.