In generale, qualora l’unità immobiliare oggetto di certificazione sia identificata da differenti particelle catastali, solo nel caso in cui tali particelle risultino graffate al catasto fabbricati è possibile intestare la pratica ad una delle particelle catastali indicando le altre particelle ed eventuali anomalie nel campo note relativo all’APE. In caso contrario sarà necessario redigere un attestato di certificazione energetica per ogni particella.
Entrando nel particolare, nel caso di un edificio con sottotetto non abitabile e non riscaldato, il sottotetto è a tutti gli effetti un locale non riscaldato e come tale deve essere trattato, escludendolo quindi dal calcolo dell’APE. In tal caso, la superficie disperdente che delimita l’involucro climatizzato si valuta con riferimento all’estradosso dell’ultimo solaio del volume riscaldato.
Nel caso di abitazione con un sottotetto non abitabile climatizzato ed utilizzato, l’APE va redatto con riguardo all’effettivo stato di fatto dell’edificio, considerando tutta la volumetria effettivamente climatizzata. Pertanto, nel caso in cui siano presenti vani non abitabili climatizzati, il tecnico deve considerare le relative superfici/volumi al fine della determinazione del corretto fattore di carico del generatore e della conseguente valutazione del fabbisogno di energia primaria dell’unità immobiliare