Che cos’è il BEP (BIM Execution Plan)

Il BIM Execution Plan (BEP) è il documento che definisce strategie, ruoli e procedure per applicare correttamente la metodologia BIM. Serve a garantire coordinamento, qualità e coerenza tra tutte le figure coinvolte nel progetto. L’articolo spiega cos’è, a cosa serve e come redigerlo in modo efficace, evitando gli errori più comuni.
Giuseppe Pancrazio27 Ottobre 202513min69
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Il BIM Execution Plan (BEP) è il documento che definisce strategie, ruoli e procedure per applicare correttamente la metodologia BIM. Serve a garantire coordinamento, qualità e coerenza tra tutte le figure coinvolte nel progetto. L’articolo spiega cos’è, a cosa serve e come redigerlo in modo efficace, evitando gli errori più comuni.
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Il BIM Execution Plan, spesso abbreviato in BEP, è un documento strategico e operativo che definisce come verrà applicata la metodologia BIM (Building Information Modeling) all’interno di un progetto. In Italia è noto anche come Piano di Gestione Informativa (pGI), in riferimento alle norme nazionali (es. UNI 11337). In altri contesti internazionali, il BEP fa parte integrante degli standard BIM (per esempio NBIMS-US, ISO 19650) come documento che guida l’esecuzione dell’approccio informativo in modo strutturato e coordinato.

Due momenti: BEP pre-contratto e BEP post-contratto

È utile distinguere due versioni del BEP:

  • BEP pre-contratto (o “offerta di Gestione Informativa”, oGI)
    Viene redatto nella fase di gara, come risposta del fornitore alle esigenze del committente. Serve a dimostrare la capacità del team proponente di soddisfare i requisiti BIM richiesti.

  • BEP post-contratto (o “Piano di Gestione Informativa”, pGI)
    Viene redatto (o completato) una volta assegnato il contratto. Diventa documento contrattuale vero e proprio e contiene informazioni operative più dettagliate sul flusso informativo, ruoli, strumenti, processi, modalità di consegna.

In pratica, il BEP evolve: la versione iniziale è più “di offerta”, la versione finale diventa “di gestione esecutiva”.

A cosa serve il BEP: funzioni e benefici

Un BEP ben fatto non è solo formalità: è lo strumento che mette in ordine il progetto BIM. Ecco i principali scopi e vantaggi:

  1. Allineare le aspettative del committente
    Il committente (o stazione appaltante) definisce requisiti informativi (spesso tramite EIR / Capitolato Informativo), e il BEP è la risposta tecnica dei fornitori su come soddisfarli.

  2. Definire ruoli, responsabilità e processi
    Chi fa cosa e quando: il BEP dettaglia i ruoli del team (architetti, ingegneri, costruttori, facility manager, etc.), le modalità di coordinamento e le responsabilità, in genere usando una matrice (es. RACI o RAM).
  3. Stabilire modalità di scambio e gestione dei dati
    Il BEP fissa le regole su come i modelli informativi saranno condivisi, versionati, archiviati, validati. Indica quali software usare, formati, standard, protocolli di interoperabilità.
  4. Garantire coerenza e qualità
    Attraverso controlli, verifiche, procedure di validazione e audit informativi, il BEP aiuta a prevenire errori e incongruenze tra discipline.
  5. Misurare e monitorare l’avanzamento BIM
    Il documento definisce indicatori, milestone e modalità di revisione: serve come guida per controllare che il progetto proceda secondo le aspettative del committente.
  6. Ridurre rischi e inefficienze
    Con un piano ben definito, si riducono i tempi morti, ritardi per incomprensioni, rilavorazioni e conflitti tra discipline. Il BEP è uno strumento per “prevedere l’imprevisto”.

In sintesi, il BEP è la “mappa operativa” del percorso BIM: chi, cosa, come, con quali mezzi e quando.

Come si redige un BEP: struttura e passaggi

Redigere un BEP richiede metodo e personalizzazione: non esiste un modello “universale”, ma esistono linee guida e template da adattare.

Di seguito uno schema consigliato con i passaggi fondamentali:

1. Analisi preliminare dei requisiti del committente

  • Studiare il Capitolato Informativo.
  • Identificare gli obiettivi BIM specifici richiesti (es. coordinamento multidisciplinare, clash detection, quantità e computi, simulazioni energetiche, facility management).
  • Verificare eventuali vincoli normativi, standard da rispettare o tecnologie imposte dal committente.

2. Definizione della strategia BIM del progetto

  • Decidere le dimensioni del BIM che si intende implementare (es. 4D cronoprogramma, 5D costi, 6D facility management, 7D sostenibilità, 8D sicurezza, etc.).
  • Individuare i deliverable informativi per ogni fase (quali modelli, report, tavole, esportazioni) e i livelli di definizione richiesti.
  • Stabilire la sequenza operativa delle attività BIM: come interagiranno le discipline, le scadenze, i momenti di verifica.

3. Ruoli, responsabilità e governance

  • Identificare le figure chiave (BIM Manager, coordinatori, responsabili disciplinari, modellers, verificatori, etc.).
  • Costruire una matrice delle responsabilità (es. RACI – Responsible, Accountable, Consulted, Informed).
  • Definire come saranno prese le decisioni, chi approva cosa, come gestire le modifiche.

4. Infrastruttura e soluzioni tecnologiche

  • Specificare i software BIM e le versioni utilizzate da ciascuna disciplina.
  • Stabilire il sistema di condivisione dati (CDE – Common Data Environment, server, cloud, repository), modalità di accesso, permessi, sicurezza.
  • Indicare i formati proprietari e open (es. IFC), le procedure di conversione, le interoperabilità.
  • Pianificare backup, rollback e gestione del versioning.

5. Regole di collaborazione e flussi informativi

  • Definire protocolli di scambio dati (quando e come i modelli transitano tra discipline).
  • Stabilire convenzioni di denominazione dei file, struttura cartelle, standard di codifica degli oggetti.
  • Definire procedure di validazione, controllo qualità e verifica dei modelli (clash detection, verifica coerenza attributi, audit).
  • Stabilire le tempistiche e le modalità per le revisioni e gli aggiornamenti dei modelli.

6. Programmazione, milestone e controllo

  • Redigere un cronoprogramma BIM che fissi le tappe significative: consegne intermedi, revisioni, verifiche.
  • Inserire indicatori di performance informativa per verificare l’aderenza agli obiettivi.
  • Prevedere momenti di revisione e aggiornamento del BEP (visto che può essere “vivo” e adattarsi durante il progetto).

7. Consegna e archiviazione delle informazioni finali

  • Stabilire come avverrà la consegna dei modelli finali, della documentazione e dei dati informativi (formati, esportazioni, metadati).
  • Definire modalità di archiviazione, versioning, accesso futuro, modalità di manutenzione del modello informativo per il ciclo di vita dell’opera (incluso il passaggio ad AIM / FM).

Consigli pratici e errori da evitare

La redazione di un BEP efficace richiede attenzione, metodo e una certa flessibilità. Non bisogna mai partire da un modello generico, perché ogni progetto ha le proprie peculiarità: il piano deve essere calibrato in base al tipo di commessa, alle dimensioni e al livello di complessità dell’opera. È fondamentale coinvolgere fin da subito il team tecnico, poiché chi si occuperà di modellazione, coordinamento o gestione dei dati deve contribuire direttamente alla stesura del documento, garantendo che le procedure definite siano realmente applicabili.

Allo stesso tempo, è bene evitare un eccesso di dettagli nelle prime fasi: il BEP non deve nascere perfetto, ma può crescere e affinarsi con l’avanzare del progetto, integrando gradualmente le informazioni necessarie. Il piano va inoltre sottoposto a revisioni continue, poiché non è un documento statico: strumenti, ruoli e condizioni operative possono cambiare, e il BEP deve evolvere di conseguenza.

Un altro aspetto spesso sottovalutato è la chiarezza: un BEP troppo lungo o dispersivo rischia di diventare inutilizzabile. Meglio privilegiare una struttura chiara, ordinata e facilmente consultabile, così da garantire coerenza e rapidità d’uso. Infine, non bisogna trascurare la fase conclusiva del processo, ovvero la consegna del modello informativo e il passaggio al gestore dell’opera. Un progetto BIM di successo non si esaurisce con la costruzione, ma include anche l’utilizzo e la manutenzione del modello nel tempo, assicurando continuità tra progettazione, realizzazione e gestione.

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Giuseppe Pancrazio

Redattore