Il rumore può provocare una serie di danni sulla salute, il più grave, meglio conosciuto e studiato dei quali è l’ipoacusia, cioè la perdita permanente di vario grado della capacità uditiva.
Il rumore può agire inoltre con meccanismo complesso anche su altri organi ed apparati (apparato cardiovascolare, endocrino, sistema nervoso centrale ed altri), con numerose conseguenze tra le quali l’insorgenza della fatica mentale, la diminuzione dell’efficienza e del rendimento lavorativo, interferenze sul sonno e sul riposo e numerose altre.
Nei casi in cui non si possa fondatamente escludere che siano superati i valori inferiori di azione (LEX > 80 dB(A) o Lpicco > 135 dB(C)) la valutazione deve prevedere anche misurazioni effettuate secondo le norme tecniche di riferimento (UNI EN ISO 9612:2011 e UNI 9432:2011).
Per le situazioni nelle quali è evidente che l’esposizione a rumore è trascurabile si può ricorrere all’utilizzo delle banche dati, in particolare a quella messa a diposizione dal CPT di Torino e validata dalla Commissione Consultiva Permanente.