Rischio Calore sul lavoro: come valutarlo e prevenirlo

Anna Grompone31 Luglio 202520min11790
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Il rischio calore sul lavoro rappresenta una minaccia crescente per la salute dei lavoratori, soprattutto nei settori esposti alle alte temperature. Il D.Lgs. 81/2008 impone la valutazione dello stress termico nel DVR, con l’adozione di misure preventive e il rispetto del Protocollo Caldo 2025 per garantire sicurezza e benessere nei luoghi di lavoro.

Negli ultimi anni si è registrato un aumento significativo degli effetti negativi delle ondate di calore nei luoghi di lavoro.
L’impatto più grave di questi eventi estremi riguarda l’incremento della mortalità, soprattutto tra le persone affette da patologie pregresse o tra coloro che, per motivi occupazionali, sono particolarmente esposti alle alte temperature (agricoltura, edilizia, silvicoltura, ecc.).

Le condizioni microclimatiche dell’ambiente di lavoro possono subire variazioni in base a:

  • cicli produttivi (in presenza di temperature critiche);
  • caratteristiche strutturali;
  • caratteristiche ambientali;
  • impianti di condizionamento.

Cos’è il rischio calore sul lavoro? 

Lo stress termico in ambiente caldo è determinato dalla produzione endogena di calore, legata al metabolismo durante l’attività lavorativa e dai parametri ambientali, che possono compromettere la salute e la sicurezza dei lavoratori.  

I principali parametri che entrano in gioco nei casi di stress termico, sono:

  • Temperature elevate;
  • Umidità Relativa;
  • Radiazioni Solari Dirette;
  • Sforzi Fisici Intensi;
  • Indumenti non adatti al contesto.

Tali condizioni influenzano il modo in cui i lavoratori percepiscono l’ambiente lavorativo e rappresentano allo stesso tempo il punto di partenza fondamentale su cui si concentrano le strategie volte ad assicurare il comfort termico. 

Gli ambienti severi si differenziano notevolmente da quelli moderati.
Negli ambienti moderati, l’analisi si concentra sul comfort termico e sul suo impatto sulla prestazione lavorativa. Al contrario, negli ambienti termicamente critici o severi (sia caldi che freddi), le condizioni climatiche possono rappresentare un rischio concreto per la salute e l’incolumità dei lavoratori. Per questo motivo, è fondamentale garantire il benessere termico durante tutte le fasi lavorative in tali ambienti.

Le caratteristiche microclimatiche rappresentano uno degli aspetti fondamentali da prendere in considerazione ai fini della valutazione del benessere termico.
In particolare, l’esecuzione di attività fisiche intense in ambienti particolarmente caldi comporta un notevole stress per il sistema cardiovascolare, aumentando il rischio di eventi acuti come il colpo di calore, una condizione pericolosa che può avere esiti fatali.

Quando il calore diventa un rischio nei luoghi di lavoro? 

In sostanza, il calore assume accezione di rischio quando le condizioni ambientali e le attività svolte causano un incremento del carico termico tale da impedire all’organismo di mantenere l’equilibrio interno, compromettendo i meccanismi di termoregolazione.

Il rischio può essere definito come elevato quando:

  • La temperatura percepita (WBGT o indice di calore) supera determinati valori soglia stabiliti dalla normativa vigente;
  • Si manifestano sintomi da stress termico nei lavoratori (disidratazione, crampi, affaticamento, confusione, colpi di calore ecc.)
  • L’esposizione al calore è prolungata e non gestita con misure di prevenzione

Cosa prevede la normativa sul Rischio Calore?

Il D.Lgs. 81/2008 impone al datore di lavoro l’obbligo di valutare tutti i rischi per la salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, compreso quello da ‘’Stress da caldo’’.
La valutazione del microclima deve essere parte integrante del Documento di Valutazione dei Rischi (DVR), soprattutto per lavori all’aperto, per quei settori come l’edilizia, dove gli operatori sono esposti per un ampio lasso di tempo ai raggi solari.

In particolare, all’Articolo 28, viene specificato che la valutazione dei rischi “deve riguardare tutti i rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori, ivi compresi quelli riguardanti gruppi di lavoratori esposti a rischi particolari” e il DVR prodotto dovrà contenere una relazione sulla valutazione di tutti i rischi presenti nell’ambiente lavorativo ai fini di garantire la sicurezza e la salute degli utenti. Lo stesso dovrà prevedere le indicazioni sulle misure di prevenzione e di protezione attuate, da attuare e dei DPI.

In aggiunta alla normativa nazionale, diverse regioni hanno emanato ordinanze specifiche per rispondere alle esigenze locali (nuovo Protocollo caldo 2025), imponendo il divieto di esercitare le mansioni all’aperto in particolari fasce orarie o giornate particolarmente a rischio. 

Le regioni che hanno predisposto disposizioni specifiche per fronteggiare il caldo e salvaguardare la salute e la sicurezza dei lavoratori esposti alle radiazioni solari sono le seguenti:

  • Abruzzo
  • Basilicata
  • Calabria
  • Campania
  • Emilia-Romagna
  • Lazio
  • Liguria
  • Lombardia
  • Piemonte
  • Puglia
  • Sardegna
  • Sicilia
  • Toscana
  • Umbria
  • Veneto

La Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, il 19 giugno 2025, ha approvato le “Linee di indirizzo per la protezione dei lavoratori dal calore e dalla radiazione solare”.

Tali indicazioni possono essere utilizzate in tutti i settori in cui si manifesta tale rischio. Il Ministero della Salute ha attivato, inoltre, per il 2025, il numero di pubblica utilità 1500, per le indicazioni ed i comportamenti da adottare per proteggersi dal forte caldo. 

Cos’è il Protocollo Caldo 2025 e quali misure adottare nel caso di Rischio di Stress da Caldo?

Il Protocollo quadro promuove una serie di azioni volte a ridurre il rischio di infortuni e patologie professionali causate e/o connesse alle emergenze climatiche

Gli ambiti di intervento individuati dal Protocollo sono:

  • Informazione – Formazione;
  • Sorveglianza Sanitaria;
  • Abbigliamento – Indumenti – DPI;
  • Riorganizzazione Turni e Orari di Lavoro

Tra le misure preventive che possono essere adottate in presenza di tale condizione climatica, al fine di mitigare il rischio, si annoverano:

  • Predisposizione zone d’ombra per le pause;
  • Programmazione di turni di lavoro, in modo da evitare l’esposizione al sole nelle ore più calde;
  • Attività formative e informative;
  • Sorveglianza Sanitaria;
  • Idratazione del personale;

Contemporaneamente i datori di lavoro, come predisposto dal D.Lgs. 81/2008, sono tenuti a integrare nei Piani Operativi di Sicurezza (POS) misure organizzative specifiche, in particolare è consigliabile prevedere:

  • Utilizzo di Dispositivi di Protezione Individuale adeguati alle condizioni climatiche, in termini di materiali e colori;
  • Predisporre pause più frequenti e/o più lunghe;
  • Anticipare o posticipare l’orario delle attività più gravose;

Lo scopo è quello di garantire la salubrità e la sicurezza nei cantieri durante le ondate di calore, tale operazione richiede azioni mirate, da pianificare fin dall’avvio delle attività lavorative.

Valuta lo Stress da Caldo con Blumatica DVR

Blumatica DVR consente, in pochi semplici passaggi, la valutazione specifica del Rischio Microclimatico negli ambienti di lavoro sia nel caso di assenza di carico solare che in presenza dello stesso.
Per la valutazione specifica, sarà sufficiente accedere all’apposita funzione ‘’Valuta con Blumatica’’.

Figura 1 - Blumatica DVR, Valutazione Rischio Calore
Figura 1 – Blumatica DVR, Valutazione Rischio Calore

Dove, con il termine Microclima viene inteso il complesso dei parametri fisici e ambientali che caratterizzano l’ambiente stesso e che, insieme con alcuni parametri individuali (quali l’attività metabolica e l’isolamento termico del vestiario) determinano gli scambi termici fra ambiente ed i lavoratori.

La valutazione viene effettuata con il metodo dell’indice WBGT (Wet Bulb Globe Temperature) ed in accordo con la norma internazionale UNI EN ISO 7243:2017.

Metodologia di valutazione

Uno dei più diffusi criteri per la valutazione dello stress termico in ambienti caldi è costituito dall’indice WBGT – espresso in °C.

L’indice WBGT viene valutato sulla base di misurazioni strumentali la cui determinazione è oggetto della norma UNI EN ISO 7243:2017.  

L’indice WBGT è calcolato mediante le seguenti equazioni:

In assenza di carico solare

WBGT = 0,7 tnw + 0,3 tg

In presenza di carico solare

WBGT = 0,7 tnw + 0,2 tg + 0,1ta

Figura 2 - Metodologia Valutazione Stress dal Caldo
Figura 2 – Metodologia Valutazione Stress dal Caldo

con:

  • tnw  rappresenta la “temperatura di bulbo umido a ventilazione naturale” 
  • tg rappresenta la “temperatura di globotermometro
  • ta rappresenta la “temperatura dell’aria”
Figura 3 - Valori limite dell’indice WBGT in funzione dell’attività metabolica (espressa in W/mq) e del rapporto Pausa – Lavoro.
Figura 3 – Valori limite dell’indice WBGT in funzione dell’attività metabolica (espressa in W/mq) e del rapporto Pausa – Lavoro.

Il software Blumatica DVR in fase di valutazione considera l’acclimatazione (naturale o indotta):

Figura 4 - Valutazione dell'acclimatazione - rischio calore
Figura 4 – Valutazione dell’acclimatazione

Nel valutare l’ambiente severo si distinguono due individui differenti, a parità di lavoro svolto:

  • Individuo acclimatato: reagisce all’ambiente caldo con bassa frequenza cardiaca e sudorazione nella norma;
  • Individuo non acclimatato: reagisce all’ambiente caldo con più difficoltà, mostrando sudorazione eccessiva per motivi fisiologici.

Per ogni ambiente vengono calcolati :

  • WBGT (Wet Bulb Globe Temperature)
  • WBGT max (Valore limite consentito dell’indice WBGT)

In base al superamento o meno del WBGT max il rischio viene classificato in:

Accettabile per ogni ambiente il cui WBGT < WBGT max

Non Accettabile se esiste almeno un ambiente il cui WBGT > WBGT max

Figura 5 - Identificazione del livello di Rischio Calore
Figura 5 – Identificazione del livello di Rischio Calore

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Anna Grompone

Technical Support Engineer


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