![Software sicurezza, come dovrebbe essere un buon prodotto [Recuperato]-07](https://blog.blumatica.it/wp-content/uploads/2025/03/Software-sicurezza-come-dovrebbe-essere-un-buon-prodotto-Recuperato-07-1280x668.jpg)
La salute e la sicurezza sui luoghi di lavoro sono temi fondamentali per la tutela dei lavoratori e per la prevenzione di infortuni e malattie professionali. In questo contesto, l’utilizzo di un software adeguato può essere di grande aiuto, in quanto consente di gestire in modo efficiente tutti gli aspetti legati alla sicurezza, dalla valutazione dei rischi alla formazione dei dipendenti, alla sorveglianza sanitaria.
INDICE
Come dovrebbe essere un buon software per la salute e sicurezza sui luoghi di lavoro?
Innanzitutto, è importante che il software sia intuitivo e facile da usare. Solo in questo modo potrà essere utilizzato in modo efficace da tutti i soggetti coinvolti nella gestione della sicurezza, dai datori di lavoro ai responsabili del servizio prevenzione e protezione, ai medici competenti.
Il Software deve essere “sicuro” in termini di risultati
Un buon software per la salute e sicurezza sui luoghi di lavoro dovrebbe essere affidabile e sicuro, in grado di garantire la precisione e l’integrità dei dati, evitando errori o informazioni incoerenti.

I tecnici che si occupano di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro sono impegnati a districarsi tra tantissime materie: entrano in gioco la fisica, la chimica, la biologia e sono tantissime le norme a cui il D.lgs. 81/08 fa riferimento. Conoscere tutte queste norme e rincorrerne i costanti aggiornamenti diventa davvero complicato ed è in questo che ci deve essere il supporto del software fatto bene.
Per la valutazione dei rischi per cui sono previsti Standard ISO, Norme UNI, Linee guida ufficiali occorre essere precisi ed implementare un algoritmo completo di valutazione che prenda a riferimento l’intera norma con tutte le note perché è proprio quella “piccola” nota che a volte fa la differenza!
Sono affidabili quei software che mettono i tecnici in condizione di ricavare i risultati più precisi con un grado di dettaglio minuzioso perché una classe di rischio inesatta comporta scelte sbagliate del management che impattano tanto sui costi quanto sulla più alta probabilità di incidenti.
Dover indicare, ad esempio, la condizione di rumore impulsivo per un determinato gruppo omogeneo di lavoratori è esplicitato nella norma UNI 9432, anche in termini di modalità di utilizzo delle componenti di uno strumento di misura.
Rumore impulsivo: rumore caratterizzato da una ripida crescita e da un rapido decadimento dal livello sonoro, avente durata minore o uguale a 1s, e generalmente ripetuto ad intervalli. In pratica può essere considerato impulsivo, utilizzando il criterio illustrato nell’appendice C della UNI EN ISO 11204, un rumore che possiede un indice di impulsività ΔKI maggiore o uguale a 3, ovvero che soddisfa il criterio ΔKI = LAeq,I,T – LAeq,T ≥ 3 dB(A), dove LAeq,I,T rappresenta il livello sonoro continuo equivalente ponderato A, rilevato con la costante di tempo impulse, mentre LAeq,T rappresenta il livello sonoro continuo equivalente ponderato A, definito al punto 3.2. |
Se la norma lo indica, il software lo deve consentire!

Quante volte capita di non prestare attenzione ai DPI che vengono forniti ai lavoratori?
Ci chiediamo se quell’otoprotettore è adeguato a coprire le fonti di rumore a cui il lavoratore è esposto?
È una domanda a cui si può dare una risposta oggettiva. Le norme ci forniscono i metodi di calcolo per poter fornire il più idoneo DPI al lavoratore, simulando peraltro la condizione reale.
Un buon software, individuati i livelli di esposizione giornaliera/settimanale al rumore di un gruppo omogeneo, è in grado di ricavare tutti quei DPI che consentano al lavoratore di lavorare in una condizione di rischio trascurabile.
ATTENZIONE! Trascurabile significa che il lavoratore rimane in una condizione ‘buona’ o ‘accettabile’ grazie a un otoprotettore adeguato, escludendo l’iperprotezione ed ovviamente l’insufficienza di protezione.
Il software perfettamente aderente alla normativa, utilizzando i modelli di calcolo della UNI EN 458, ricava i DPI validi per le fonti di rumore presenti e prova a far sì che con un solo inserto/una sola cuffia si possano coprire tutte le fonti di rumore, evitando che la persona debba variare l’otoprotettore durante la giornata lavorativa sfavorendone l’utilizzo.

Sempre sul rumore cosa sarebbe opportuno controllare?
Molti prodotti eseguono la verifica del DPI dell’udito prendendo a riferimento i livelli di esposizione LEX giornalieri/settimanali ed invece il calcolo si fa sul livello sono equivalente ponderato A, LAeq, di ogni singola fonte. Questo aspetto è stato spesso chiarito da una delle fonti maggiormente attendibili, ossia il PAF – Portale degli Agenti Fisici dell’INAIL.
L’affidabilità è, quindi, un aspetto fondamentale perché anche un’approssimazione di calcolo sbagliata porta in alcuni casi a far prendere decisioni errate.
I calcolatori, infatti, ci permettono di poter eseguire operazioni matematiche senza effettuare approssimazioni se non a calcolo ultimato con un notevole vantaggio in termini di precisione.
Ci abbiamo mai pensato a questo aspetto?
Il risultato dell’analisi dei rischi è fondamentale per individuare le azioni da intraprendere in termini di misure di sicurezza. Per molti rischi normati la differenza numerica, per cui si ricade in una classe di rischio piuttosto che in un’altra, è veramente minima. Una classe di rischio, però, determina quali misure di sicurezza occorre intraprendere, motivo per cui una poca precisione di calcolo influenza la necessità o meno di una sorveglianza sanitaria, di un DPI o di una formazione.
Il Software deve essere completo e coprire l’intero dominio
Un buon prodotto per la salute e sicurezza sui luoghi di lavoro dovrebbe essere completo e versatile, in grado di coprire tutte le aree di interesse, dalla valutazione dei rischi alla gestione dei dispositivi di protezione individuale (DPI), dalla formazione del personale alla sorveglianza sanitaria.
Tutti questi aspetti richiedono una serie di appendici alla valutazione dei rischi generale perché implicano di non poter tralasciare, ad esempio, l’analisi delle lavoratrici madri, del lavoro notturno o delle differenze in ottica di genere.
Usare tanti software diversi per gestire i tanti aspetti della sicurezza diventa un’attività non solo dispendiosa ma con un alto margine di errore e scarsa coerenza tra i contenuti della documentazione prodotta.
Il Software si adatta alle nostre esigenze… non siamo noi che dobbiamo adattarci al software
Un altro aspetto da non sottovalutare è la flessibilità del software, che deve essere in grado di adattarsi alle esigenze specifiche di ogni tecnico e di ogni azienda.
Pensiamo all’output finale: poter intervenire in modifica di modello di stampa ci permette di ottenere un output quanto più vicino a quello che desideriamo.

Di default, è importante avere più di una scelta della struttura del DVR da elaborare.
Esistono comparti produttivi che, ad esempio, adottano le medesime attrezzature per molte lavorazioni. In questi casi, per rendere un documento maggiormente leggibile e senza superflue ripetizioni, è utile sfruttare un modello di stampa che separa, in capitoli distinti, la valutazione dei rischi delle lavorazioni e quella delle attrezzature.

Scelto il modello di stampa più vicino a quello che è il nostro modus operandi, effettuate le personalizzazioni più comuni (loghi, frontespizi, piè di pagina, ecc.) possiamo effettivamente ricavare un documento sul quale intervenire pochissimo o per niente ad elaborazione ultimata.
Il Software deve essere costantemente aggiornato
Nel mondo del software, un aspetto cruciale, ma a volte sottovalutato, è l’importanza di mantenere aggiornato un prodotto che segue la normativa. In tema di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, dove la normativa è in continua evoluzione, occorre rimarcare l’importanza di tale pratica.
L’aggiornamento del software è fondamentale per garantire la conformità normativa. Un software obsoleto potrebbe non essere più conforme, fornendo risultati ed elaborati non necessariamente in linea con le disposizioni vigenti ed esponendo le organizzazioni a possibili sanzioni.
In sintesi, un buon software per la salute e sicurezza sui luoghi di lavoro dovrebbe presentare le seguenti caratteristiche:
- Intuitività e facilità d’uso: il software deve essere facile da apprendere e da utilizzare.
- Completezza e versatilità: il software deve coprire tutte le aree di interesse, dalla valutazione dei rischi alla formazione del personale, dalla individuazione dei protocolli sanitari alla gestione della cartella sanitaria e di rischio, passando per la gestione delle emergenze.
- Flessibilità: il software deve essere in grado di adattarsi alle esigenze specifiche delle realtà in esame.
- Affidabilità e sicurezza: il software deve garantire la congruità dei dati e la continuità del servizio.
Oltre a queste caratteristiche di base, un buon software per la salute e sicurezza sul lavoro dovrebbe includere anche funzionalità avanzate, come la possibilità di generare report personalizzati, di monitorare in tempo reale lo stato di un’azienda o trasversalmente di più aziende, di gestire le scadenze e gli adempimenti normativi.
Scegliere il software giusto per la salute e sicurezza sui luoghi di lavoro è una decisione importante, che può avere un impatto significativo sulla nostra attività.
Per tale motivo, è fondamentale valutare attentamente le caratteristiche apprezzando le software house come Blumatica che mettono a disposizione versioni di prova senza alcuna limitazione in termini di funzionalità e garantendo il supporto dell’assistenza tecnica già in fase di prova.
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Responsabile Ricerca e Sviluppo Area Sicurezza