Superbonus: stop a cessione del credito e sconto in fattura

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Stretta finale dal governo sulla cessione del credito e Superbonus.

Il governo ha approvato un decreto legge in materia di bonus edilizi che prevede l’eliminazione di ogni tipo di sconto in fattura e cessione del credito per tutte le tipologie di intervento che ancora lo prevedevano.

Nonostante non fosse all’ordine del giorno, il Consiglio dei ministri del 26 marzo ha approvato un DL con nuove limitazioni sui bonus edilizi. Il provvedimento, presentato dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, si propone come misura per rientrare nei costi a carico dello Stato. 

Secondo i dati più recenti dell’Enea, a febbraio di quest’anno la spesa a carico dello Stato ha superato i 114 miliardi di euro, con un incremento significativo rispetto al mese precedente, principalmente a causa dell’afflusso di richieste provenienti dai condomini.

Il provvedimento, infatti, si pone l’obiettivo di contenere la spesa pubblica, soprattutto considerando il notevole aumento delle richieste di bonus edilizi registrato negli ultimi mesi.

Ultime novità sulla cessione del credito

Il recente intervento del governo ha significativamente modificato il panorama dei bonus edilizi, consolidando ulteriormente le restrizioni sulla cessione del credito e lo sconto in fattura. 

Questa mossa arriva a seguito dei decreti legge 212/2023 e 11/2023, i quali rispettivamente avevano già drasticamente limitato la possibilità di cedere il bonus per le barriere architettoniche e introdotto il divieto di cessione del credito e dello sconto in fattura.

Con la misura approvata il 26 marzo si interviene quindi sulla cessione del credito e sullo sconto in fattura, disciplinati dall’art. 121 del DL 34/2020.

Le misure adottate includono:

  • stop allo sconto in fattura e alla cessione del credito, anche per le residue fattispecie: lo stop riguarda anche specifiche categorie come le case popolari (Iacp), le cooperative di abitazioni e le aree terremotate o alluvionate. Anche per gli interventi di rimozione delle barriere architettoniche non sarà più possibile tale meccanismo;
  • stop alla remissione in bonis, che avrebbe consentito fino al 15 ottobre 2024 la possibilità di accedere ai benefici edilizi versando una piccola sanzione e comunicando il ripristino della regolarità;
  • obbligo di comunicazione preventiva per accedere alle agevolazioni edilizie, al fine di monitorare attentamente il fenomeno fin dalle fasi iniziali dei lavori;
  • blocco della fruizione dei bonus edilizi, per i soggetti che presentano debiti nei confronti dell’erario, garantendo maggiore trasparenza nel sistema;
  • prevenzione delle frodi legate alla cessione dei crediti ACE, attraverso l’implementazione di controlli e procedure più stringenti.

Deroghe

Il decreto legge, la cui bozza deve ancora essere resa pubblica, prevede deroghe per alcuni casi specifici. Ovvero, solo per gli interventi ammessi dal DL 212/2023 per i quali alla data di entrata in vigore del provvedimento sia stata:

  • presentata una CILAS per i lavori non condominiali di superbonus;
  • presentata una CILAS e sia stata approvata una delibera per i lavori condominiali di superbonus;
  • effettuata la richiesta di un titolo abilitativo in caso di demolizioni con ricostruzione;
  • effettuata la richiesta di un titolo per i lavori diversi da quelli agevolati con il Superbonus.

Non saranno soggetti alle nuove misure i lavori già iniziati, oppure, nel caso in cui i lavori non siano ancora iniziati, quelli nei quali sia stato già stipulato un accordo vincolante tra le parti per la fornitura dei beni e dei servizi oggetto dei lavori e sia stato versato un acconto sul prezzo.  Con i vincoli, discriminanti che questi interventi non siano stati agevolati con il Superbonus e per cui non è prevista la presentazione di un titolo abilitativo.

Queste nuove misure rappresentano un ulteriore passo verso una gestione più rigorosa e responsabile dei bonus edilizi, bilanciando l’esigenza di incentivare la riqualificazione degli immobili con la necessità di garantire la sostenibilità dei conti pubblici.

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Cynthia Fiorillo

Redattrice


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