Molto discussa è sempre stata l’ammissibilità della declinazione femminile di alcuni nomi, tradizionalmente usati prevalentemente al maschile. È il caso di termini come ingegnere, ministro, architetto, avvocato.
L’Accademia della Crusca si era espressa riguardo la correttezza grammaticale e la validità giuridica per l’uso di ingegnera, architetta, chirurga e notaia per riferirsi alle professione svolta da professionisti di sesso femminile.
L’ultima novità, invece, riguarda l’ufficialità del timbro di “ingegnera”.
L’Ordine degli ingegneri (e delle ingegnere) di Bologna, a seguito della delibera del CNI (Consiglio nazionale degli ingegneri), riconosce il nuovo timbro che riporterà, così, la dicitura ingegnera.
Da maggio 2023, tutte le iscritte all’Ordine potranno richiedere il sigillo con la professione declinata al femminile.
Riconoscimento del timbro di ingegnera
La possibilità di fare richiesta del timbro nasce dall’iniziativa dell’ingegneria Sofia Fantini. Rivolgendosi all’associazione RebelArchitette, che si occupa, per l’appunto, di inclusività e sensibilizzazione sul tema della parità di genere nella professione, ha avuto l’appoggio in più che ha portato all’estensione del linguaggio, a livello di formalizzazione del titolo.
Sofia Fantini, però, non è stata l’unica professionista a battersi per questo diritto. Anche Roberta Manca non aveva trovato iniziale risposta presso l’Ordine di Rieti.
Entrambe si sono rivolte, di conseguenza, a RebelArchitette per il precedente successo ottenuto dell’introduzione di timbri al femminile già nell’ambito dell’architettura.
La richiesta del timbro resta, comunque, libera scelta per le ingegnere del territorio.
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